Il Krav Maga (קרב מגע) è un metodo di combattimento che ha iniziato a diffondersi a partire dalla prima meta del 1900.
Il logo del Krav Maga consiste nelle lettere “K” e “M” scritte in ebraico per formare il simbolo del Krav Maga. Queste sono circondate da un cerchio aperto; significa che il sistema è aperto a miglioramenti, aggiungendo tecniche, allenamenti, metodi di allenamento, ed eliminando le tecniche quando sono inutili. La parola Krav Maga, significa letteralmente “combattimento con contatto”. Fu pensato e nacque, per difendere la sicurezza del nuovo Stato Ebreo.
In origine denominato “Kapap” (acronimo per “Krav Panim I’ Panim”), perché destinato ai commando dell’unità “Pal’mach”, i primi a beneficiarne, prevedeva l’apprendimento di tecniche di tiro di combattimento, di corso di lingue straniere, sugli esplosivi, le comunicazioni, e sull’acquisizione di tecniche operative. Un addestramento temibile in materia di sopravvivenza e di combattimento a mani nude o con armi.
Il suo fondatore è M. Emrich “Imi” Lichtenfeld ed una delle sue “massime”, che ogni istruttore di Krav Maga dovrebbe sempre cercare di trasmettere ad ogni allievo è “dal cammino più breve e più rapido” semplice, veloce, efficace. Agli arbori prese spunto dalle tecniche di boxe, di Jujitsu e di Judo. Queste furono le premesse di quello che si chiamerà Krav Maga.
Trasportato nelle odierne “giungle Metropolitane”, e lontani dai teatri di guerra, il Krav Maga ha trovato la sua collocazione nella difesa dalla persona dalle aggressioni da strada, o più in generale da quelle aggressioni dove non ci sono regole, dove non ci sarà un “arbitro” a fermare il tuo aggressore, dove non vincerai niente se non salvaguardare la cosa più importante che hai: la tua incolumità o quella di una persona a te cara. E’ qui che il Krav-Maga permea il suo pensiero pragmatico di combattimento che, a differenza delle arti marziali, non ritualizza i gesti rendendoli essenziali; non ci sono regole, limitazioni tecniche o di correttezza sportiva e ogni colpo diretto, con rapidità di movimenti, verso un punto sensibile.